Da Novezzina alla Malga Cerbiolo e a Novezza
Dettagli del percorso
Percorso: Rifugio Novezzina (1232 m), Fontana della Teia (1215 m), Malga Prazagano (1300 m), Malga Cerbiolo (1299 m), Passo del Cerbiolo (1370 m), Malga Fassole (1312 m), Cavallo di Novezza (1433 m), Rifugio Novezzina 1232 m).
Dislivello: 500 metri circa tra salite e discese.
Tempo di percorrenza: Mezza giornata (4 ore).
Difficoltà: l’itinerario non presenta difficoltà di rilievo.
Periodo consigliato: da maggio ad ottobre-novembre.
Ambientazione: il percorso si svolge lungo la strada bianca nel bosco e Su pascoli, fino a passo Cerbiolo. Poi si segue il sentiero nella faggeta fino alle Acque Nere, da cui si torna a Novezzina per carreggiabile e strada asfaltata.
Equipaggiamento: scarpe da trekking.
L’itinerario inizia dal Rifugio Novezzina (1232 m), raggiungibile da Ferrara di Monte Baldo o da Spiazzi lungo la strada Graziani. Qui si può parcheggiare subito sopra l’area da pic-nic. Da visitare è l’Orto Botanico
Il nome Novezzina, come Novezza, deriva da “novale”, cioè un terreno lasciato riposare per un anno prima del suo riutilizzo agricolo. Qui è da visitare l’Orto Botanico del Monte Baldo che raccoglie e presenta diverse centinaia di specie floreali autoctone del Monte Baldo, adeguatamente disposte in ambienti che ricostruiscono le fasce vegetazionali originali o le associazioni botaniche più rappresentative. Il Parco Naturalistico-Scientifico comprende non solo l’Orto Botanico ma anche il rifugio con la Bottega dello speziale ed anche il vicino Osservatorio Astronomico “A. Gelodi” (Per la loro descrizione si rimanda alla scheda avvosita). Lungo la recinzione dell’Orto si scende al sottostante Osservatorio Astronomico (da visitare, quando è aperto) e si prende la carrozzabile che si dirige a sud-est verso malga Gambone con un tracciato pianeggiante.
Di fianco alla strada corre il “sentiero Michele Dusi”, un percorso attrezzato, accessibile alle persone diversamente abili. La strada attraversa una ombrosa piccola faggeta ed esce sui pascoli con belle vedute sulla valle di Ferrara e sul crinale baldense. Si giunge così sul versante della Val d’Adige poco sopra Fontana della Teia (1215 m), un pianoro con di centro una pozza, frequentato da cacciatori preistorici del Mesolitico (circa 5-6000 anni a.C.) che sì costruirono alcuni bivacchi sia per la caccia, come per il rifornimento di selce, presente in vari filoni affioranti in loco nel Biancone.
Si lascia sulla destra il dosso con malga Gambone e si prosegue a nord lungo la carrozzabile, con belle visioni sui prospicienti Denti della Sega di Ala, sull’intaglio della Val d’Adige e sulla Val Valnasse che scende a Belluno Veronese. Si attraversa una ombreggiata faggeta e dopo aver lasciato sulla sinistra una ex-cava (notare l’imponente deposito di scagliette di roccia frantumate dal gelo e di limi depositati dal vento, ora gradonati con opere di contenimento da parte della Forestale), si sale ripidamente con due tornanti verso malga Prazagano (1300 m), oppure direttamente per il prato.
Dalla malga, la strada scende a nord inoltrandosi in un bosco di faggio, mentre sulla sinistra vi è una foresta di conifere con abete rosso e larice che va da Cima Paloni alla Punta delle Redutte. Si sbocca infine nel prato-pascolo della malga Cerbiolo (1299m), toponimo che si riferisce al cervo, di cui la zona in passato doveva essere ricca, che si raggiunge con una breve ma ripida salita.
Il passo, fino al 1918 confine tra Italia ed Austria (è ancora visibile un cippo di confine), segna oggi il confine tra le province di Verona e Trento. Da qui si gode un bellissimo panorama: dalle vette baldensi con i canaloni ed i costoni ricoperti di mughi, alle numerose malghe trentine situate in mezzo a boschi rigogliosi e all’intaglio della valle Aviana fino all’Altissimo.
Ad oriente del Passo, in alto, vi é la Malga Fassole alte del comune di Avio, oggi data in gestione al CAI Valpolicella. Superato il passo, si scende a nord fino a Malga Fassole (1312 m) con la vicina pozza. Si attraversano ora ad ovest in salita i prati della malga e lungo il sentiero n. 661 si entra nel bosco del Corondoler, uno dei boschi più intatti e selvaggi del Monte Baldo con faggi ed abeti imponenti e secolari (notare alcuni Maestosi abeti bianchi). Il bosco è inoltre molto ricco di selvaggina (capriolo volpe, rapaci, ecc.) ed è uno dei pochi luoghi del Baldo dove vive e si riproduce il gallo cedrone. Da notare, ogni tanto anche qualche “posta” di carbonai con resti di terreno con carbonella.
Dopo aver tagliato in quota il versante nord di Punta delle Redutte, con un passaggio franoso in cui prestare attenzione, si giunge sul fondo della Valle Aviana, si passa il torrente e si risale sulla vecchia strada Campiona poco distante da malga Acque Nere. Percorrendo questa strada in direzione sud, in alcuni tratti ancora selciata, si sale ora al Cavallo di Novezza (1433 m) passando davanti alla vecchia caserma della Finanza, del 1754, e ai depositi che prelevano acqua per l’acquedotto di Ferrara. Da qui, in circa 2km lungo la strada che scende a Ferrara, o per contermini orari, si ritorna al Rifugio Novezzina (1232m).