Tra le contrade di Ferrara di Monte Baldo
Dettagli del percorso
Percorso: Piazza di Ferrara di Monte Baldo (849 m), Chiesa parrocchiale (856m), Case di Sotto (865 m), Mezzavilla (920 m), Valdefort (978 m), Castello (1052 m), Val dei Coali (960 m – 860 m), Castelletti (844 m), Capitello addolorata (863 m), Fraine Basse (880 m), Fraine Alte (909 m), Capitello Adolorata (863 m), Sorgente Monte Catini (832 m), Piazza di Ferrara di Monte Baldo(849 m).
Dislivello: 600 metri circa tra salite e discese (300 m in salita e altrettanti in discesa)
Tempo di percorrenza: mezza giornata. Chi vuole può dividere il percorso due parti: le contrade settentrionali e quelle meridionali.
Difficoltà: itinerario facile; leggere salite e discese, tratti pianeggianti. Porre attenzione sul sentiero tra Mezzavilla e Castello, in quanto il sentiero non è sempre pulito, e nella valle dei Coali (in particolare nel tratto breve per visitare f Coal de la stria).
Periodo consigliato: tutto l’anno, ma particolarmente nel periodo primavetile per le fioriture, ed autunnale per i colori dei boschi.
Ambientazione: il percorso è soleggiato nella prima parte, nel tratto tra Castello e Moie e nell’ultima parte, boscoso in quella intermedia tra Mezzavilla e Castello e nella val dei Coali. Si svolge su strada o mulattiera, salvo qualche tratto su sentiero.
Equipaggiamento: scarpe comode da trekking.
L’itinerario inizia dalla piazza di Ferrara di Monte Baldo (849 m) dov’è possibile parcheggiare l’automobile. E’ questo il centro storico del paese, animato da turisti durante I’estate e dove si concentrano le principali attività economiche e turistiche; si trova in una felice conca ben riparato dai venti freddi del nord.
AI centro della piazza, sistemata in questi ultimi anni, è collocata la fontana, costituita da una vasca circolare con colonna ottagonale e quattro mascheroni da cui zampilla l’acqua. Un angolo verde con panchine, ombreggiato da cedri ed altre piante caducifoglie, offre ristoro durante i mesi estivi. Lì accanto sorge il Monumento dei Caduti , una colonna spezzata con aquila, che ricorda i morti della guerra 1915-18, quelli del 1940-45 e della guerra di liberazione 1943-45. Poco lontano, ad ovest si trova il Municipio in una parte del complesso a corte exTonini, recentemente restaurato, con Biblioteca, uffici e Posta. A sud-est vi è invece il complesso della corte di villa Candelpergher, anch’esso per alcuni anni sede comunale.
Ora si lascia il centro e ci si avvia per visitare i dintorni boscosi e prativi con le piccole, ma numerose, contrade che conservano gli elementi tipici dell’architettura baldense. Dalla piazza si prende la strada asfaltata in salita sulla destra, passando davanti ad un albergo. Si nota a livello stradale, addossata al muro, una nicchia con lavello e con scritta “Fonte Coc”; è una fontana, ora non più usata, la cui acqua proviene dalla sorgente del “Prete” o “Fonte Coc” posta nella valletta più in alto.
Si sale ora a nord la caratteristica e ripida gradinata in pietra, di 120 gradini, fiancheggiata da alberi, e si giunge alla Chiesa parrocchiale (856 m), oppure si continua a seguire la strada che compie un’ampia curva sino al parco-giochi e quindi giunge sempre al sagrato. Qui si osserva una croce di pietra locale con la scritta: Amadio Castelletti FF. 1843. Di fronte ecco la chiesa neo-gotica-romanica, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, patrona dei mugnai, presenti un tempo in questa zona ricca di acqua. Accanto si trova la casa canonica, anch’essa in splendida posizione panoramica, con catena del Baldo ad ovest, il nucleo di Ferrara Bassa a sud e i verdi boschi di conifere ad est.
Si sale per pochi passi a nordovest e quindi si scende, a sinistra, per un sentiero erboso, nella vicina valletta: all’ombra di noccioli e pioppi, tra prati costellati di primule in Marzo, si scorge uno zampillo che filtra dalla roccia, cade in una vasca e quindi nel vecchio lavatoio. È la sorgente “del Prete” che portava n l’acqua alla fontana in piazza ed ora invece va direttamente nella Valle delle Pissotte.
Si ritorna sulla strada comunale nel pressi della canonica e si riprende a salire a nord, passando accanto a villette con balconi e tetti sporgenti in legno, con giardini curati, luoghi piacevoli di soggiorno estivo. Si segue la strada, ora sterrata, Sempre in salita e si osserva, sulla destra, il Monte Castelcucco con boschi di larici ed abeti, e in basso la piazzola dell’eliporto ed il piccolo cimitero. Si arriva in località “Case di Sotto” (865 m), dove si sale una scaletta pubblica addossata ad un edificio, con sottostante vecchio lavatoio. Guardando verso ovest, si nota un gruppo di vecchie case a Schiera, chiamate “i Dossi” sopra un pendio ed in mezzo il Vallone di Osanna. Ora la vecchia strada comunale con massicciata, molto usata nel passato diventa un ripido sentiero che i costeggia le case, quindi sale sempre a nord, fiancheggiata da noccioli e cosparsa in primavera di viole, primule ed epatiche nobilis.
Si continua il percorso fino a Mezzavilla (920 m) luogo a metà tra Ferrara e la montagna, una contrada attraversata ora da una strada asfaltata, e che, acciottolata conduce a Campedello (1065 m). Si segue una deviazione per Valdelfor percorrendo a destra per un breve tratto la strada asfaltata e poi, in salita, il vecchio sentiero comunale che si inoltra nel bosco di noccioli e costeggia il muretto a secco nella valle. Continuando si potrebbe arrivare a Cambrigar (1069 m) toponimo che significa “campo per capre e pecore”, tipico nucleo con strutture edilizie a schiera, con il classico lavatoio, e con un particolare capitello della Madonna Addolorata del 1772.
Si lascia invece il viottolo ombreggiato e si sbuca su di un tornante della strada asfaltata per giungere in breve tempo alla località Valdefort o Valdeforte (978 m), il cui toponimo potrebbe significare “fortezza della valle” oppure “luogo ricco di boschi” (das wald = bosco).
Si ritorna, seguendo lo stesso percorso, alla contrada di Mezzavilla (920 m), insediamento tipico, di vecchie costruzioni, addossate le une alle altre e digradanti secondo il livello del terreno, ora ben restaurate, un tempo stalle per ovini e bovini al pianterreno con abitazione al piano superiore. Fienili e pollai completavano questi aggregati su dossi prativi, ben curati e concimati abbondantemente d inverno con il letame prodotto dal bestiame bovino.
Si ritorna in contrada e si prosegue in salita ad ovest per Castello. La vecchia e tradizionale mulattiera sale gradualmente tra muretti, riparata da alberi e arbusti. Si giunge così a Castello (1052 m), piccola contrada ristrutturata, con stalle e baito, oggi sede di una azienda agrituristica con vendita di formaggi e salumi tipici.
Raggiunta la vicina strada Graziani si segue verso sud-ovest per due tornanti fino a pervenire sul fondo della Val Brutta dove inizia la Valle dei Coali (960 m – 860 m), toponimo derivante da “covolo”= “grotta carsica, cavità sottoroccia” per la presenza di molti di questi fenomeni di erosione post-glaciale delle rocce oolitiche od anche eoceniche.
Ora si prende l’antica strada acciottolata che scende a sud-est verso Ferrara in fianco al torrente. Giunti ad una roccia sporgente sul sentiero, è possibile salire a sinistra nel bosco per un breve tratto poco agevole e da fare con attenzione, ed osservare il “Buso” o “Coal della Stria”, pozzo di crollo con grotta ed un riparo sottoroccia di oolite in cui è visibile il cambio di stratificazione rocciosa tra oolite e rosso ammonitico.
Si ritorna sul percorso principale e nei pressi di un grande abete rosso, si devia a destra, passando a guado il torrente e si imbocca il sentiero a sinistra leggermente in salita (sulla destra della valletta), che volge ad est.
Si procede costeggiando un bosco di carpino e d’inverno, quando le piante sono spoglie, è possibile scorgere sulla sinistra il “Riparo sottoroccia”, un agglomerato roccioso eroso dalle glaciazioni, striato di nero e, nella valle, il serbatoio che raccoglie l’acqua della sorgente principale della Val dei Coali.
Si continua a salire lungo una carrareccia fiancheggiata da alti faggi e da abeti rossi e dopo un tornante si giunge ad un cancello con reticolato dove c’è un piccolo passaggio laterale per i pedoni. Si passa e si procede a sinistra nel bosco e poi nel prato (località Bordina). Superato il prato, si incontra un altro cancello con passaggio laterale e si giunge nella contrada Castelletti (884 m) un insediamento caratteristico con case a schiera, sviluppatesi per accrescimento da un nucleo patriarcale come si evidenzia dal cognome delle famiglie “Castelletti”.
A questo punto, chi desidera arrivar in breve alla piazza di Ferrara, può seguire il “Sentiero dell’Amore” indicato con la segnaletica del percorso equestre, che scende in circa venti minuti fino al paese. Il percorso proposto conduce invece alla visita di altre contrade.
Usciti dalla contrada nella parte meridionale si percorre la strada asfaltata in direzione est, passando davanti ad un abbeveratoio-lavatoio, formato da tre vasche, delimitato da un muretto. Si prosegue giungendo al “Bus del Bec” dove un macigno è franato qualche tempo fa per cui si è proceduto alla costruzione del muro di sostegno. Qui vi è un capitello con una Madonnina bianca realizzato nel 2004 da alcuni abitanti del luogo (come recita una dedica in latino) e con una bella e appropriata poesia di Bruno Castelletti. Alla destra sono presenti ancora boschi di faggio e di abete rosso, mentre alla sinistra si apre il panorama sulla Valle delle Pissotte che raccoglie tutti gli scoli d’acqua della Val dei Coali, della Val d’Osanna e della Val della Lonza.
Dopo un breve cammino si arriva al capitello della Madonna della Corona (863 m), posto all’incrocio con la provinciale per Spiazzi; è stato ricostruito come l’originale nel 1995 dalla Protezione Civile e dagli Alpini, dopo essere stato abbattuto per la caduta dei due abeti che lo affiancavano, durante un temporale.
Ora si segue la strada provinciale in direzione di Spiazzi per visitare ancora due insediamenti sui dossi, separati da una valletta: Fraine basse e Fraine Alte, cioè luoghi dove si sono verificate frane. Qui prati in pendenza verso la Val dell’Orsa vengono falciati regolarmente producendo abbondante foraggio sistemato e fissato intorno ad un palo detto “mea”. Anche ora, nella stagione estiva, si vedono pascolare bovini provenienti dalla contrada Peretti, vicino a Spiazzi. Da Fraine Basse (880 m) un viottolo scende nel sottostante Vajo dell’Orsa, luogo sempre affascinante, dove viene praticato il torrentismo o canyoning, evidenziato dal cartello giallo dei Gruppi Alpinistici Veronesi.
Si notano subito le rudimentali pietre di scaglia veneta che delimitano la proprietà e ricordano la tradizione lessinea, quindi si entra nella tipica contrada, in parte ristrutturata, posta sul dosso in posizione soleggiata, formata da case affiancate, con scale esterne e balconi fioriti. E presente un lavatoio-abbeveratoio (due vasche) costruito nel 1947 quando l’acquedotto comunale portò l’acqua nelle contrade.
Si esce dalla contrada sulla strada provinciale e si procede in direzione di Spiazzi, dopo un breve tratto ci si trova a Fraine Alte (o di Sopra) 909 m). All’ingresso della contrada, sulla sinistra, nel prato, si osseerva una semplice croce votiva in pietra locale, datata 1784 con la scritta INRI inserita in un cartiglio; non presenta i classici motivi della Passione, ma al centro vi è un foro per riporvi le reliquie. Si accede alla contrada che ripete lo schema costruttivo delle precedenti, posta sul pendio in posizione solatia: case di due piani l’una accanto all’altra, quasi a sostenersi, con le tipiche scale esterne.
Non manca il tradizionale lavatoioabbeveratoio (tre vasche) costruito in pietra di Prun, più volte spostato nella contrada per esigenze di viabilità. L’acqua giunse qui con l’acquedotto a metà del XX sec., mentre prima gli abitanti si servivano di una piccola sorgente detta “Cristal” in fondo nella valletta.
Come si è notato tutte le contrade sono sorte nei pressi di sorgenti, alcune in quota nelle immediate vicinanze, altre come scoli, in fondo alle vallette che separano i dossi. Ora, lungo la provinciale si ritorna al Capitello dell’Addolorata (863 m) e si scende a sinistra nella vecchia strada, si attraversa la provinciale e si segue l’indicazione “Sorgente Monte Catini” inoltrandosi in una fresca zona ombreggiata da piante. Anche qui le pietre di lastame delimitano i terreni: si prosegue in discesa e si giunge così alla famosa sorgente Monte Catini (832 m), secondo alcuni con poteri afrodisiaci la quale zampilla da un mascherone di marmo rosso che regge una coppa ed un serpente.
Continuando il percorso, si torna sulla strada principale che conduce alla piazza di Ferrara. Sulla nostra destra, all’inizio della Valle delle Pissotte, si intravede tra gli alberi un laghetto di un verde-blu formato dalla diga (costruita nel 1957-58) che raccoglie le acque provenienti dalle valli sovrastanti e funziona da serbatoio per il bacino posto nella Valle dell’Orsa di fronte al Santuario, da cui partono le condotte forzate; si produce così energia elettrica nella centrale di Brentino.
Si arriva quindi nel centro di Ferrara accolti da un cartello bronzeo con la scritta BENVENUTI, che riporta le principali vette baldensi che coronano Ferrara. Si nota ora a destra un edificio che apparteneva al Signori trentini Candelpergher, divenuto alla fine del XX sec. sede del Municipio, trasferitosi negli ultimi anni nel complesso ex-Tonini. Continuando il percorso si nota sulla sinistra un’area attrezzata per la sosta con un ponticello sul torrente Bissole e il complesso ex-Tonini con Municipio, biblioteca e Posta. Si è ritornati così alla piazza di Ferrara (849 m) dove termina l’itinerario.